• La nuova edizione della rivalutazione varata definitivamente con la conversione in legge del D.L. 104/2020, grazie alla possibilità di rivalutare anche solo civilisticamente il valore dei beni ed al basso costo che deve sostenere chi sceglie di attribuire all’operazione anche efficacia fiscale (imposta sostitutiva al 3%), si pone come un’opzione di estremo interesse per un gran numero di imprese individuali e di società di persone.
• Tra i vantaggi, la possibilità di disporre di uno strumento tecnico e legale per poter rafforzare la composizione del patrimonio netto in considerazione dei probabili effetti negativi, sulle chiusure del 2020, delle perdite conseguenti alla crisi pandemica da Covid-19.
• Tra i profili di interesse fiscale si segnala la scelta di attribuire efficacia fiscale alla rivalutazione versando l’imposta sostitutiva ed affrancando anche il saldo attivo, con un costo complessivo del 13% per i soggetti in contabilità ordinaria. L’imposta sostituisce Irpef, addizionali ed Irap con un risparmio che, in taluni casi, potrebbe superare anche il 50%.
• Per le imprese in contabilità semplificata, non generandosi alcuna iscrizione di una riserva da rivalutazione, non si pone nemmeno il problema di corrispondere il 10% a titolo di affrancamento del saldo attivo, per cui il costo è pari solo al 3%. Tali soggetti, non essendo tenuti alla redazione del bilancio, devono predisporre un prospetto dal quale devono risultare i valori di carico dei beni rivalutati e l’ammontare della rivalutazione effettuata, che può essere redatto in forma libera senza necessità di essere bollato o vidimato ed esibito nel caso di richiesta in sede di controllo.
• Sussiste anche la possibilità di riallineare con effetto fiscale il differenziale tra il valore contabile dei beni ed il valore fiscale degli stessi, sempre pagando l’imposta sostitutiva.
• Occorre prestare attenzione, in particolare per le società di persone, agli effetti della rivalutazione sui test previsti per l’eventuale qualifica di società non operativa nell’ambito delle cosiddette società di comodo.

Fonte: Il Sole 24Ore 26.10.2020 p. 25
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